Santa Maria del Patìre [
1095 ]
Storia della Chiesa
L'abbazia venne fondata nel 1095 da San Bartolomeo da Simeri, grazie all'aiuto del conte Ruggero e dell'ammiraglio normanno Cristodulo. Essa venne dedicata a "Santa Maria Nuova Odigitria", anche se è conosciuta come "Santa Maria del Patìr" o, secondo la dizione popolare, del "Patire". L’uso di tale denominazione, che deriva dal termine greco "path/r" (patèr, pronunciato in neogreco patìr, padre) testimonia la particolare devozione verso il padre fondatore.
Sin dalle origini, la costruzione ebbe problemi di "proprieta'". L'arcivescovo di Rossano, Nicola Malena, avanzava diritti di giurisdizione. Il diritto bizantino proibiva la proprietà della struttura e l'autonomia da parte dei monaci. Fu così che San Bartolomeo da Simeri si recò a Roma , dove riuscì ad ottenere dal papa Pasquale II l'immunita' dall'autorita' vescovile.
La grande tradizione culturale del Monastero del Patir inizia, dunque, da San Bartolomeo da Simeri, per quanto concerne l'attività costruttiva, calligrafica e miniatoria e prosegue con l'archimandrita Luca, che, nel 1137, commissionò allo scultore Gandolfo il fonte battesimale, oggi custodito al Metropolitan Museum di New York. Il successore di Luca, nel 1149, l'abate Blasius, commissionò lo splendido pavimento a mosaico, in cui compaiono, dentro quattro grandi rotae, un centauro, un grifo, un leone e un unicorno. Altro personaggio di spicco fu Atanasio Calcheopulo (1448-58), committente della tavola della Nuova Odigitria, che si trova nella chiesa di San Pietro e Paolo a Corigliano.
Nel 1809 il monastero venne soppresso dai francesi. Nel 1915 la struttura venne venduta, attualmente la proprietà appartiene al demanio dello Stato ed è gestito dall'Ufficio Territoriale per la Biodiversità del Corpo Forestale di Cosenza.
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Rossano